Bernardo e Francesco Maria Schiaffino "Ratto di Proserpina"

Bernardo e Francesco Maria Schiaffino "Ratto di Proserpina"

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Bernardo e Francesco Maria Schiaffino

Tecnica e misure:

Marmo bianco di Carrara, 220 x 100 cm

Collocazione:

Galleria degli Specchi (n. inv. 661)

Tipologia:

Scultura

 

La scultura è evidentemente ispirata al gruppo di Plutone e Proserpina, scolpito da Gian Lorenzo Bernini tra il 1621 e il 1622 per il cardinal Scipione Borghese, e tuttora esposto nella sua villa romana e vertice indiscusso di tutta la plastica barocca. Di essa costituisce una naturale evoluzione in direzione tardo-barocca. Come nel prototipo romano, Plutone dio degli Inferi rapisce la figlia di Cerere, mentre le tre teste di Cerbero latrano  all’entrata dell’Averno. Le due figure divine si elevano sopra lo scoglio sfaccettato tipico della scultura genovese da Filippo Parodi in poi, dal quale qui fiammeggiano lingue di fuoco e serti di quercia.

Circa l’attribuzione nuovi ritrovamenti d’archivio hanno reso possibile anticipare la datazione tradizionalmente attribuita alla scultura dal 1724-1725 al 1705 circa. Questo fatto modifica di conseguenza anche la paternità esecutiva da Francesco Maria Schiaffino, rientrato da Roma nel 1724, al fratello maggiore Bernardo, a cui va riferita l’ideazione, anche nel caso l’esecuzione possa essere condivisa dai due fratelli scultori. Bernardo nel 1705 aveva sia lo status sia le capacità tecniche per l’esecuzione di un pezzo così importante, mentre il più giovane, che all’epoca aveva 17 anni, può averlo assistito come aiuto.